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Viaggi e Terrorismo ai danni degli animali!

viaggi e terrorismo animali

Mi dispiace che qualcuno di voi possa pensare che stia uscendo fuori tema, ma quando sento parlare di “viaggi e terrorismo” a me viene in realtà in mente quello nei confronti degli animali (leggi anche Turismo sostenibile (…o addirittura sostenitore?) e coinvolgimento (gestione? Sfruttamento?) della fauna). Un pericolo davvero concreto è tangibile (al contrario di quello che spesso accade con il terrorismo degli esseri umani per il quale vedi: Viaggi e Terrorismo: pericolo reale? Come evitarlo?) con i quali viaggiatori vengono in contatto sicuramente con molte più probabilità rispetto al terrorismo degli esseri umani.  È molto triste infatti vedere come a causa principalmente del sensazionalismo mediatico, la gente abbia una visione distorta degli animali e del loro rapporto con l’uomo. Come in un film (di serie B…) vi perdete nella savana:  preferireste incontrare un ippopotamo o un ghepardo? Non molti lo sanno ma sicuramente è più pericoloso il primo. Il secondo difficilmente attacca persone adulte (gli attacchi fatali dell’ippopotamo sono circa 60 volte di più… e sono perfino maggiori di quelli dei leoni).

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Viaggi e Terrorismo dei Mass Media ai danni degli animali!

Mi rattrista sempre vedere documentari, prodotti a volte anche da nomi autorevoli come il National Geographic, in cui si mistificano i potenziali attacchi all’uomo da parte di alcuni innocenti animali. Ce n’è uno in particolare che ha suscitato in me rabbia e ilarità allo stesso tempo. Il documentario inizia con un uomo che si accinge ad avvolgersi in una sorta di guscio e cospargersi di un fantomatico liquido che dovrebbe istigare un’ anaconda ad attaccarlo e ingerirlo. Si vede effettivamente ad un certo punto l’anaconda che avvolge l’involucro (e per esperienza personale vi assicuro che è davvero semplice far attorcigliare un serpente attorno a qualcosa). Sono esplicite anche le riprese dell’uomo fatte dall’interno del guscio. Ma stranamente, malgrado i numerosi e bravissimi cameraman professionali del servizio, non c’è nessuna scena in cui si vede esplicitamente l’anaconda ingerire il corpo. Ma che strano… Avranno fatto una pausa caffè proprio in quei minuti.

In generale non c’è solo un esagerazione sulle arti predatorie degli animali che più stimolano la nostra fantasia… Ma anche su quelli meno “popolari“. Vi racconto una storiella. Durante uno dei miei viaggi più a corto raggio, semplicemente in centro Italia, ho visto un istrice in difficoltà, vi sembrerà incredibile ma era stata morsa, forse da un cane. Ho cercato di soccorrerla per vedere in che stato si trovasse ed eventualmente chiamare la forestale per farla ricoverare in un rifugio. Un contadino locale ha cercato di fermarmi in tutti i modi sbraitando e urlando che se mi fossi avvicinato troppo l’animale mi avrebbe lanciato le spine. Inutile spiegargli che non esiste nessun animale al mondo che lancia gli aculei, tanto meno l’istrice.

Questi sono solo piccoli esempi di quanto gli animali siano demonizzati. Pensiamo a quello che il film “lo squalo” ha fatto a quello splendido animale. Tutti credono che questi meravigliosi esseri, che ho avuto la fortuna di incontrare più volte personalmente, nuotino negli oceani alla ricerca di vittime da predare con foga appena ne avvertano, anche a grandi distanze, l’odore (vista la loro capacità di sentire una molecola di sangue disciolta in migliaia di litri di acqua – cosa che gli serve invece proprio a cercare pesci feriti in modo da avere un pasto facile). Vi assicuro che non è assolutamente così e non solo per esperienza personale. Su centinaia di milioni di persone che nuotano negli oceani solo una sessantina all’anno vengono attaccate da squali. E solo cinque di questi attacchi risultano fatali. Incredibile ma vero: la placida (e per molti popoli saporita) mucca uccide più esseri umani dei grandi predatori marini circondati dalla loro fama di assassini. Nei soli Stati Uniti (paese dove peraltro si registra il maggior numero di attacchi di squali) circa 20 persone l’anno vengono uccise dalle mucche. E non si tratta di incidenti stradali, o casi fortuiti, ma di attacchi intenzionali. Quindi la mucca uccide negli Stati Uniti quattro volte più di quanto gli squali uccidono in tutto il mondo, per non parlare dei circa 100 milioni di squali che invece ammazziamo noi.

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Viaggi e Terrorismo ai danni degli animali, cosa sta cambiando !

​Finalmente le cose stanno cambiando. Grazie a una famosa biologa (col fisico da top model…), Ocean Ramsey (e all’invenzione della GoPro…) il fatto che gli squali bianchi non siano delle bestie assetate di sangue sta diventando finalmente noto ai più (gli operatori del campo lo sanno già bene). Si trovano facilmente on-line numerosi video in cui Ocean Ramsey si lascia trasportare da queste meravigliose creature, attaccata alla loro pinna dorsale durante le sue apnee.  È una cosa che cerco di dire da una dozzina d’anni, comprovata dalle immersioni senza gabbia dei fratelli Addison in Sudafrica, e dalla mia esperienza diretta sul campo.  Se avrete la fortuna di visitare la Western Cape vedrete com’è difficile far avvicinare gli squali malgrado la continua pastura. E se prenderete un volo per ammirare la costa di Mossel Bay dall’alto, in particolare d’estate, potrete ammirare la sagoma di dozzine di squali bianchi, enormi, che nuotano a poche centinaia di metri dalla costa piena di bagnanti, surfisti kajak è così via. Immaginate soltanto quanto sarebbe facile per loro nutrirsi di esseri umani che sono praticamente indifesi nell’acqua, rispetto alle foche che sono velocissime e agili.

È chiaro che bisogna stare molto attenti e che l’incidente è sempre dietro l’angolo. Bisogna conoscere bene gli animali, il loro comportamento e soprattutto rispettarli. Ed è altrettanto vero che a volte capitano delle situazioni particolari di animali mangia uomini. Immaginate un serial killer. Questo non vuol dire che tutti gli uomini sono assassini seriali. Bisogna distinguere una fatalità, un episodio, dalla norma e diffidare del terrore che show o film sensazionalistici cercano di incuterci.

Non c’è niente di più bello di incontrare un animale in natura. Ci sono i modi per farlo rispettosamente e senza rischi. (vedi anche:Passeggiare con i Leoni e i Ghepardi ) È necessario essere un esperto, sapere bene come bisogna comportarsi e prestare molta attenzione. A volte bisogna avere tanta pazienza, ma qualsiasi sia il sacrificio necessario ne vale sempre la pena.

​​Lasciatemi spendere le ultime parole per promuovere i viaggi che permettono l’incontro con queste splendide creature, o il cosiddetto “handling”, che si tratti di squali, grandi felini o altro  Innanzitutto bisogna evitare luoghi che detengono questi animali per sfruttarli e guadagnare con i turisti ingenui che vogliono semplicemente spopolare sui social network. Di solito è facile riconoscerli dai prezzi alti e il modo in cui tengono gli animali o, più semplicemente, dalle immagini che ne derivano. Spesso ci sono invece situazioni in cui gli animali sono cresciuti come componenti della famiglia o vengono aiutati, salvati e utilizzati come ambasciatori per far capire a gran parte della popolazione che non si tratta di mostri.

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Viaggi e Terrorismo ai danni degli animali: l’esperienza insegna!

Adesso farò un’affermazione forte sulla quale sento di assumermi tutte le piene responsabilità e di controbattere con chiunque: qualsiasi animale (comunque con un minimo di sviluppo cerebrale ) anche quello che può apparire più feroce, se è cresciuto con gli uomini o abituato in qualche modo alla loro presenza si comporta assolutamente come un cane… spesso anche meglio. Nella peggiore delle ipotesi come un gatto.

Gli episodi che ho vissuto in questo senso sono tanti, grazie al cielo, e molti si capiscono semplicemente guardando alcune delle mie foto. Conoscerete anche probabilmente la storia del leone Christian ed altre analoghe. Ma voglio chiudere quest’articolo raccontandovi un episodio meno popolare accaduto a Roberto Bubas, un fotografo naturalista della Patagonia. Nella penisola Valdes, nella provincia di Chubut le orche predano le foche fin sulla spiaggia, ed è tristemente noto il video, ovviamente falso, in cui come preda viene mostrato un essere umano. Roberto Bubas, detto Beto, dopo diverso tempo passato a fotografare questo fenomeno si è sentito come accettato da questi enormi e fatali predatori. E così piano piano, giorno dopo giorno si è avvicinato alla riva, fino ad entrare nell’acqua insieme alle orche. Potrà sembrarvi pazzia, ma fondamentalmente il rischio corso da Beto è stato bassissimo. Questi animali ingiustamente apostrofati con il soprannome di balene killer, non hanno mai attaccato l’uomo in natura. Gli unici cinque episodi fatali sono successi in cattività e, con tutto il rispetto e il dispiacere per le vittime innocenti, non si può biasimare un animale di 10 tonnellate, chiuso senza ragione in quella che per lui è una vasca da bagno, se ogni tanto dà di matto. Le orche sono talmente sensibili che abbassano definitivamente la pinna dorsale quando vengono poste in cattività.

Insomma: gli animali non sono mai deliberatamente o ingiustificatamente cattivi con noi… anche se ce lo meriteremmo, per tutto il male che facciamo loro.

Vi è piaciuta questa trattazione dell’argomento viaggi e terrorismo… ai danni degli animali? Se sì, bhè… condividetelo con i vostri amici, altrimenti mandateci un messaggio, magari per suggerire l’argomento dei prossimi articoli!

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